Una tenuta nata per amore
AARR: Azienda Agricola Raffaele Rimassa. Si chiamava così l'azienda agricola quando mio zio Raffaele viveva nella villa. La zia per amore l'aveva raggiunto in Liguria. Le mancava la sua terra, quella che aveva lasciato in Veneto.
Si era portata la voglia di coltivare e produrre come faceva da ragazza. E allora lui le aveva creato un ambiente in cui potesse sentirsi bene.
A quei tempi l'assetto della tenuta era lo stesso di adesso, ma chi la abitava erano i contadini, venti famiglie che lavoravano nell'uliveto, nelle vigne, negli orti. Si produceva tutto - raccontava mia mamma - l'olio certamente in grande quantità, ma anche verdura e frutta, e c'era un grande fermento perché i contadini tenevano i loro commerci all'interno della tenuta. Le persone venivano qui a comprare dalle patate all'olio, dalle mele al vino.
Tra l'altro è interessante sapere che "Esedra" nell'antica Roma era proprio il posto dove il popolo si incontrava per effettuare gli scambi, per baratto, e chissà che non avvenisse così anche nella nostra esedra. Chissà forse qualche contadino dava bottiglie d'olio e prendeva casse d'uva per farsi il vino e avere così il fabbisogno per l'intero anno.
Villa Rimassa, e con questo nome intendo villa nel significato latino e quindi non solo il palazzo nobiliare, ma la proprietà agricola abitata appunto dai "villici" e cioè dai coloni che portavano avanti tutte le mansioni di quei tempi, era quindi un riferimento e una meta per chi voleva un prodotto genuino. Quindi niente di nuovo rispetto a ora, se non che il mestiere di contadino, da noi come altrove, sta sparendo. Da noi ci sono ancora quei pochi che coltivano gli orti all'entrata, e a cui siamo affezionate. Uno in particolare, Gino, è con noi da sempre e quando ci porta le cassette di frutta e verdura sono dei piccoli capolavori solo per come sono presentati. Negli ultimi anni però sembra esserci un'inversione di tendenza: i giovani ora non abbandonano più la terra, anzi ne riscoprono il valore, portano le loro idee innovative. Uno dei nostri orti, per esempio è gestito da uno studente della Scuola Agraria e pare che sia uno dei migliori.
Quando abbiamo iniziato a occuparci in modo concreto della villa, anche noi abbiamo dovuto imparare tutto: i momenti più adatti al taglio dell'erba, le potature, le fioriture stagionali, quelle che dobbiamo rinnovare ogni anno, e poi, la cosa più difficile: la produzione dell'olio.
Abbiamo ripreso la produzione dell'uliveto storico, siamo diventati piccoli produttori di un prodotto di nicchia. Tanto orgoglio, ma tanto sacrificio: però è così che è nato Celso, il nostro olio che ha già vinto tanti premi ed è segnalato sulle migliori guide. Quando vedo pronta una bottiglia è una festa: a quella bottiglia ci hanno lavorato davvero in tanti...
Una cosa dobbiamo ancora fare: dedicare uno dei nostri prodotti allo zio Raffaele. Sarebbe un modo per ricordare chi – per amore - ha dato nuova vita a questa splendida tenuta.