Un matrimonio shabby chic: più chic che shabby. La preparazione
Ricordo perfettamente il primo incontro con la sposa. È arrivata da noi allegra, raggiante, comunicava entusiasmo. Bella, bionda, capelli lunghi, lineamenti regolari. L'appuntamento è stato breve, ma mi era bastato per capire che si trattava di una sposa che avrebbe voluto un matrimonio evento. Un po' tutte lo vogliono, ma alcune dimostrano da subito una consapevolezza diversa. Poi però non l'ho più vista, ho pensato che avesse scelto un'altra villa o un'altra organizzazione. Naturalmente mi dispiaceva, ma purtroppo è normale che alcuni sposi, per vari motivi, decidano di sposarsi altrove. Dopo qualche tempo ho archiviato la sua cartella nei no.
Questo succedeva due stagioni fa. L'anno scorso è tornata: non ci aveva escluso, ma aveva deciso di spostare la data del matrimonio. Abbiamo così riaperto i nostri discorsi e siamo state prenotate. Il fatto che lei ci avesse scelto era già una soddisfazione di per sé, perché sentirsi apprezzati da una persona così, che analizza e conosce il mercato e sceglie il meglio, è sempre un grande piacere.
Da quel momento abbiamo iniziato a preparare il matrimonio. Devo dire che non è stato facile. In realtà, la nostra sposa era molto preparata, molto informata e molto brava a capire tutto quello che fa tendenza. Ma ormai troppe cose fanno tendenza e il nostro compito, se si vuole un risultato armonioso, è quello di selezionare le tendenze anche a costo di deludere, almeno in quel momento, la sposa. Inevitabile, quindi, che vivessimo con grande tensione l'incarico. Mi sono chiesta più volte se il mio atteggiamento rigoroso, nel senso di onesto per quello che riguarda le risposte, i consigli, i suggerimenti che le spose si aspettano da me è vincente. Sicuramente essere un po' più superficiali, un po' più permissivi, un po' più morbidi mi renderebbe “più umana” ai loro occhi. In realtà quello che per me conta al di sopra di tutto è il risultato.
La giornata non si può ripetere: se il risultato non c'è, la delusione, dopo mesi di lavoro, è profonda per tutti... (continua)