An old red house bricks in London

Viaggiare è bellissimo, non scopro niente. Il mio soggiorno londinese non è un viaggio di piacere - troppo breve, anche se c’è il piacere anche nel fare un viaggio di lavoro - ma è quella piccola evasione di cui ogni tanto c'è proprio bisogno.

Londra tra le altre cose è una città alla quale sono affezionata, dove torno sempre volentieri e dove sono stata tante volte, quando il lavoro non mi assorbiva così tanto. Due giorni di immersione nella fiera The National Wedding Show, che ho visitato in modo scientifico. Come scrivevo qualche giorno fa, il Wedding Show mi è piaciuto moltissimo: mi sono divertita, entusiasmata e calata completamente nello spirito british. Ho guardato le spose provarsi gli abiti e comprarseli, ho assistito alle sfilate con vestiti da sposa di tutti i colori. (Ho anche assaggiato dolcetti di ogni genere: sapori e abbinamenti per noi assolutamente insoliti...!).

Negli altri giorni ho incontrato le mie spose che vivono a Londra e ho conosciuto e fatto riunioni con wedding planner inglesi che organizzano matrimoni in Italia. Da queste conversazioni sono nati accordi molto interessanti. Poi ci sono i posti dove è obbligatorio andare: Peggy Porschen, tanto per citare uno dei nomi più famosi del cake design. Una libreria Foyles, 4 piani di libri: non sarei più andata via. Harrod's, Fortnum and Mason per ispirarsi sul cibo e sulla presentazione e sulle novità. Girare per Chinatown o per Soho e poi cambiare completamente scenario e trovarsi a Kensington o a Sloane. E poi gli stilisti per gli abiti da sposa, in questo momento mi piace tantissimo Jenny Packham, abiti e accessori. Girare semplicemente per le strade e scoprire un piccolo negozio di fiori, una cartoleria con delle carte da lettere che solo gli inglesi ti possono proporre, un negozio di cappelli che farebbero invidia alla Regina Elisabetta.

Da una certa ora in poi, insomma, un po' di tempo solo per me. Ero ospite da un mio amico che mi ha fatto molta compagnia, ci vedevamo sul tardi, dopo il lavoro, abbiamo camminato per chilometri nelle belle strade di Londra, nei parchi. Abbiamo assaggiato le cucine di paesi del mondo, senza orari, senza preoccuparsi di prenotare, di trovare per forza qualcosa da fare o di trovare qualcosa di aperto. Libertà, in una parola. Ho finalmente accontentato lo spirito libero e la voglia di evasione che sono parte di me. Per sognare ho pensato che sarebbe stato molto bello avere uno studio a Londra - e l'ho anche individuato: un autentica “old red house bricks” con tanto di finestrina sotto i camini! Mi faceva pensare che dietro ci fosse una stanza piena di atmosfera. Chissà, forse sul mio prossimo biglietto da visita ci potrebbe essere scritto non soltanto Genova, ma Genova e Londra. Cosa mi porto di ritorno in Italia? La voglia di esplorare sempre nuove realtà e "conoscere". Tanto movimento, tantissimi giovani. Tutto il mondo rappresentato, l'attività che pulsa, un'organizzazione che funziona e si tocca con mano. Londra è questo, il centro del mondo.

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