Ogni anno è così, arriva Natale in un momento
Siamo a ottobre, inizia un periodo che mi piace molto, per la stagione, per la ripresa delle attività (forse sono rimasta con la mentalità dello studente per il quale l’anno inizia a settembre ottobre più che a gennaio) e un momento dopo ecco dicembre, ecco Natale.
Mi piace ricordare - forse alcuni di voi avranno vissuto le stesse sensazioni - un Natale a Sestri Levante. Qui il ritmo è più lento e davvero ci si riposa la mente e si vive la festa: la casa è perfetta, i custodi hanno preparato tutto, il giardino con i ciclamini bianchi, un albero illuminato con le lucine e, nella sala quadrata al primo piano, l’albero di Natale preparato da Orietta che è l’artista del gruppo.
Io, comunque, porto sempre il mio piccolo alberino con i fiocchetti scozzesi e lo appoggio su un mobile dove sta benissimo. Poi c’è una pallina di abete con gli angioletti, un piccolo presepe, decorazioni natalizie per creare l’atmosfera e, a completare, il ramo di vischio appeso su una porta per potersi scambiare un bacio quando ci si passa sotto.
Arriviamo con tanti di quei pacchetti, bottiglie, dolci, sacche: diventa un lavoro anche organizzare il Natale. Ognuno ha un compito: chi si occupa della frutta secca, chi dei vini e del brindisi. Orietta prende, come al solito, in mano la situazione. Io invece giro a vuoto (ma forse non è del tutto vero), scrivo i biglietti per tutta la famiglia, dispongo i pacchetti sotto l’albero...
Ci saranno un sacco di bambini piccoli e quindi anche un Babbo Natale (ci sarà per un po’ un ospite in meno, ma i piccoli non se ne accorgeranno). E poi, comunque, mentre Orietta cucina il cappon magro, piatto che non può non esserci in un menu natalizio, io telefono per gli auguri agli amici, controllo la tavola, dispongo il centrotavola, sistemo i segnaposti: tutto preparato rigorosamente da noi.
Lavoriamo sempre per feste di altre persone, ogni tanto ci piace dedicarci a noi.
Prepariamo sempre una grande tavola quadrata dove stiamo in venti persone con almeno dieci bambini. Scegliamo un tema: oro, verdone, argento, rosso, bacche, agrumi, rami di abete, palline di muschio, melograni, candele.
E poi il pranzo, tante cose buone, sempre lo stesso menu come è tradizione nella nostra casa, forse il menu sarà stato deciso da mia nonna che era una cuoca eccellente e così si è continuato.
Una serie di antipasti, i ravioli di boraggine (fatti rigorosamente in casa), il tacchino al forno con i contorni e poi frutta candita, frutta secca, torroni, panettoni... e non può non esserci l’uva!
“Bambini tutti zitti, bussano, chi sarà? Forse Babbo Natale”: grande fermento, tutti ammutoliti, noi grandi esageratamente sorpresi, è arrivato finalmente il momento di aprire i regali.
In un attimo la sala è piena di carte, giocattoli, sciarpe, felpe, orsetti, macchinine, libri, oggetti utili e inutili. Tutti che si abbracciano si ringraziano, si fanno gli auguri. I bambini giocano, i più piccoli si addormentano, noi ci rilassiamo un po’, parliamo un po’, guardiamo con calma i regali.
Mio papà legge il giornale sulla sua poltrona e ogni tanto partecipa ai nostri discorsi, lui è il principale motivo per cui siamo tutti lì, io e mia sorella con i mariti, i bambini, i nipoti. Ci guarda contento della sua famiglia, delle persone che per le coincidenze strane della vita oggi hanno festeggiato il Natale nella sua casa.
Io, per quello che mi riguarda, vivo come un dono un giorno così. L’essenza del Natale, il valore della famiglia e delle persone alle quali voglio bene.
Va beh, concedetemi questo post sentimentale, a Natale siamo tutti più buoni. O no?