Auguri

Auguri, Cari auguri, Auguroni, Moltissimi auguri, Buon Natale: non si sente altro in giro in questi giorni. E poi c'è la tensione di vedersi, di sentirsi dopo tanto tempo, di restare in contatto. Si incontrano persone che non si vedono o non si sentono mai e ci si scambia il cellulare, non si sa mai, ci si promette di vedersi, si programma un incontro.

Nello spirito autentico del Natale, in questi giorni dovremmo pensare alla solidarietà, al rispetto per gli altri, all'aiuto verso chi è più in difficoltà. E naturalmente a riunire la famiglia, scambiarsi i regali e, soprattutto, rendere felici i bambini.

Se uno di noi dovrà vestirsi da Babbo Natale - e va bene... - si dovrà fare. Perché Babbo Natale per i bambini, anche non piccolissimi, esiste ancora: prima gli scrivevano letterine con carta da lettere frastagliata e disegnini, ora mettono la lettera su una chiavetta e ti chiedono di inoltrargliela. D'altra parte se nei Paesi Nordici c'è la casa, ci sarà l'adsl, vi sembra?
Io non sono il tipo da calarmi compulsivamente nei preparativi per il Natale, ma poi, verso il 23, inizio a cedere... il 24 mi faccio coinvolgere, e il 25 sono pronta per festeggiare!
Il mio albero di Natale è piccolo, rigorosamente finto, carico di oggettini che mi piacciono moltissimo, anche perché sono raccolti negli anni: conservo i fiocchetti con cui li lego e quindi ritrovo il mio albero con piacere e con un senso di conforto. Ma l'albero non è l'unica cosa che preparo per Natale: ho una collana di stelle dorate che mia mamma era solita mettere al collo di una statua di una Madonna che teneva sul suo comò. Ora la statua è a casa mia e ho conservato la tradizione. Poi ho una pallina di abete molto carina, con appesi tanti piccoli angioletti, anche questa la appendo sempre su un quadro, ci sono affezionata. Quando ero piccola mia mamma faceva un grande albero e le palle erano bellissime, di forme strane e colori accesi, c'erano quelle fragili... Era un rito aprire le scatole e appenderle, i bambini guardavano e i grandi facevano. Allora c'era un ritmo di vita più lento, quindi anche all'albero dedicavamo tutto il tempo che serviva per stare insieme. La cosa però che mi piaceva di più tra quelle che mia mamma preparava però, era il presepe. Era molto brava: lo faceva con le montagne (c'era una carta apposta), le casette, il muschio, e naturalmente le statuine. Per il lago usava uno specchietto rotondo, di quelli che le signore un tempo avevano nelle taschine delle loro borse. Non so perché, ma quella cosa mi piaceva moltissimo. Poi mi spiegava e mi raccontava cosa facevano i vari personaggi: un momento che mi piaceva moltissimo, forse il più bello.
Il giorno di Natale, il 25, dopo il pranzo quando c'è un momento di calma, mando sms di auguri e ne approfitto per stare un po' in famiglia, insomma ritrovo un ritmo più lento, più umano. Mi piace poi moltissimo il 26, perché è un po' come alla fine di una grande festa: rimangono i più intimi, si può essere ancora più rilassati, godendo però ancora di quella sensazione di festa e di unione di cui abbiamo tutti bisogno, soprattutto di unione, nelle famiglie, nelle amicizie, nei rapporti in genere.
Poi inizio ad assaporarmi i giorni di festa che non vuol dire non lavorare - tra l'altro, mi mancherebbe moltissimo - ma farlo con tempi più dilatati e continuando a stare per un po' a Sestri Levante.

Ero partita dagli auguri: ora dal mio blog voglio mandare i miei più cari auguri alla mia famiglia, a chi lavora insieme a me (che è un po' la mia seconda famiglia), ai miei amici, alle persone alle quali voglio bene e a chi mi vuole bene, a chi conosco da poco ma in qualche modo è entrato nella mia vita, a chi fa parte della mia vita da sempre... E un augurio speciale a voi: a chi mi legge, a chi segue i miei post, non vi dico il piacere di vedere il numero dei lettori che ogni giorno aumenta!


A tutti Buon Natale.

Buon Natale Lesedra

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